Il fattore Rh in gravidanza e il test di Coombs sono esami che determinano l' eventuale incompatibilità materno fetale del gruppo sanguigno che necessita la somministrazione di immunoprofilassi anti D
Fattore Rh positivo Rh negativo e gruppo sanguigno
Il fattore Rh in gravidanza, unitamente al gruppo sanguigno e al test di Coombs sono tra i primi esami previsti dal Sistema Sanitario Nazionale a cui sottoporsi nel corso delle prime settimane di gestazione, vediamo perché sono così importanti. Sulla superficie dei globuli rossi ci sono dei marcatori chiamati anche o antigeni. I due principali identificati finora sono l’ antigene A e l’ antigene B.
Quanti sono i gruppi sanguigni?
I gruppi sanguigni dipendono dalla presenza o dall’ assenza degli antigeni A e B sulla superficie dei globuli rossi.
Se è presente solo l’ antigene A sui globuli rossi il sangue è del gruppo A .
Se è presente solo l’ antigene B il sangue è del gruppo B.
Se sono presenti entrambi gli antigeni il sangue è del gruppo AB.
Se non c’è nessuno dei due antigeni , il sangue è del gruppo 0.
L’ organismo produce anticorpi contro gli antigeni A e B, se questi non sono presenti sulla superficie dei globuli rossi. Ad esempio se il sangue è di gruppo A il soggetto ha gli anticorpi contro l’ antigene B, mentre se il sangue è del gruppo B, il soggetto ha gli anticorpi contro l’ antigene A.
Da qui avremo i gruppi
0 Rh positivo
0 Rh negativo
A Rh positivo
A Rh negativo
B Rh positivo
B Rh negativo
AB Rh positivo
AB R h negativo
La presenza degli antigeni serve a capire qual’ è il gruppo sanguigno e quale tipo di sangue può ricevere il paziente senza problemi.
Il secondo antigene importante identificato sulla superficie dei globuli rossi è il fattore Rh.
Se il fattore Rh è presente, il sangue è Rh + ( Rh positivo).
Se il fattore Rh non è presente , il sangue è Rh – ( Rh negativo).
Fattore Rh in gravidanza e i gruppi sanguigni
L’ esito del gruppo sanguigno con fattore Rh serve a capire quale tipo di sangue può essere trasfuso al paziente senza creargli problemi e in gravidanza serve a determinare l' eventuale presenza di incompatibilità materno fetale. I problemi di incompatibilità materno-fetale più frequenti dipendono soprattutto dal fattore Rh.
Se i genitori sono entrambi Rh positivi o entrambi Rh negativi non vi sono problemi, le complicanze possono esserci se la madre è Rh negativo e il padre Rh positivo.
Infatti, se il feto eredita dal padre il fattore Rh positivo (50% di probabilità), la madre potrebbe sviluppare un’immunizzazione, ovvero cominciare a produrre anticorpi contro il feto. Questo potrebbe accadere se avviene un contatto tra il sangue fetale e il sangue materno cosa che tipicamente può succedere al momento del parto ma anche prima, ad esempio in occasione di esami invasivi come amniocentesi o villocentesi. Le conseguenze dell' immunizzazione materna sono la distruzione dei globuli rossi del feto, una condizione chiamata malattia emolitica fetale-neonatale, che può anche portare alla morte in utero del bambino.
Il test di Coombs individua gli anticorpi presenti sulla superficie dei globuli rossi. Sulla superficie dei globuli rossi sono presenti particolari strutture chiamate antigeni. Abbiamo visto quelli che servono a determinare il gruppo , ma un’ altro antigene importante è il D, che è usato nella tipizzazione Rh .
Se l ‘ antigene D è presente il sangue è Rh +, Rh positivo
Se l' antigene D non è presente il sangue è Rh -, Rh negativo
Risultato test di Coombs
Se il test di Coombs è positivo, significa che ci sono gli anticorpi attaccati ai globuli rossi e più l’ esame è positivo maggiore è la quantità di anticorpi presenti.
Se l’ esito del Coombs è negativo è altamente probabile che non ci siano anticorpi sulla superficie dei globuli rossi.
Questo esame è particolarmente importante per le madri Rh negativo in quanto, se il figlio fosse RH positivo potrebbe sviluppare antigeni contro i globuli rossi del bambino che a sua volta potrebbe sviluppare la malattia emolitica del neonato Durante la gravidanza le madri Rh negativo sono sottoposte mensilmente al Test di Coombs per rilevare precocemente la presenza di anticorpi.
Immunoprofilassi anti D: quando va fatta
L'immunoprofilassi anti-D consiste nella somministrazione di immunoglobuline specifiche contro il fattore Rh che impediscono la produzione di anticorpi materni contro i globuli rossi del feto.
Alle donne Rh negativo deve essere somministrata immunoprofilassi anti-D massimo 72 ore dopo il parto per evitare che durante il parto l' incontro tra il sangue materno e quello fetale possa provocare la produzione di anticorpi , quindi immunizzazione materna, che determinerebbero un problema per le gravidanze future. L' immunoprofilassi anti-D viene somministrata anche in seguito di
minaccia d' aborto
in tutte occasioni in cui il sangue fetale potrebbe mescolarsi con quello materno.
Negli ultimi anni in Italia, come già accade in altri paesi, si somministra l' immunoprofilassi di routine a 28 30 settimane per tutte le donne Rh negativo, pratica suggerita dalle Linee guida per la gravidanza fisiologica del Ministero della Salute. Si effettua in quanto si è osservato che un consistente numero di donne Rh negativo produce anticorpi per feto Rh positivo già nel terzo trimestre di gravidanza quindi si preferisce una somministrazione precoce oltre che quella dopo il parto.
Fattore Rh negativo e aborto
Nei casi di aborto con madre Rh negativo con o senza raschiamento sarà necessaria la somministrazione di immunoprofilassi anti D per evitare l' immunizzazione materna e le eventuali complicanze nelle gravidanze successive.
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Per quanto riguarda la maternità surrogata, ho trovato una legge ucraina tradotta in italiano. Consiglio a tutti di leggerlo. https://maternita-surrogata-centro.it/maternita_surrogata.pdf