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Parto prematuro: cause, sintomi, terapia del parto pretermine. Sopravvivenza del neonato prematuro.


Il parto prematuro è un evento che mette a rischio mamma e feto e necessita di un’adeguata gestione.


Il questo articolo ti spiegherò i meccanismi che portano alla nascita di un neonato prematuro, i sintomi, le terapie che si utilizzano per mantenere la gravidanza in caso di minaccia di parto pretermine e le possibili conseguenze per il feto con una nascita precoce.







Nascita prematura


Il parto prematuro si verifica quando una donna partorisce tra la 22esima settimana e la 37esima settimana di gravidanza un neonato prematuro.


Portare a termine la gravidanza richiede un meccanismo armonico del corpo materno e del corpo fetale.

Il mancato funzionamento di un anello della catena può causare anomalie che si possono tradurre in una minaccia di parto prematuro o con la necessità di anticipare il parto per salvaguardare il benessere del feto in relazione al rischio-beneficio della permanenza in utero.


Tutte le situazioni ostetriche e fetali che causano un rischio di parto pretermine richiedono un’adeguata sorveglianza della gravidanza, secondo le indicazioni delle linee guida, e la messa in pratica di procedure per assicurare la sicurezza della madre e del bambino.


In alcune situazioni cliniche purtroppo non vi è possibilità di evitare la nascita anticipata del feto che si traduce in un parto prematuro.


Molte donne si aspettano di fare un’esperienza fisiologica della gravidanza e la minaccia di un parto anticipato è motivo di rabbia o senso di colpevolezza perchè non si è riusciti a salvaguardare il prodotto del concepimento.


Cara mamma l’importante è non perdere mai di vista l’obiettivo…mettere al mondo un figlio.




Parto prematuro: cause, sintomi, terapia del parto pretermine. Sopravvivenza del neonato prematuro.
Neonato prematuro


Quando si definisce parto prematuro?


La gravidanza dura all’incirca 40 settimane.


Quando il neonato ha completato la maturazione lo porterà a venire alla luce in un periodo compreso tra la 38esima settimana e la 42esima settimana di gestazione.


Un parto che si manifesta tra la 22 settimana e la 36 settimana di gestazione viene denominato parto pretermine.

A sua volta il parto prematuro si suddivide in:


  • Parto prematuro tardivo: quando il feto nasce tra la 34esima e la 37esima settimana di gravidanza

  • Parto prematuro grave: quando il bambino nasce tra la 25esima e la 33esima settimana di gestazione

  • Parto prematuro estremo: se il bambino nasce prima della 25esima settimana di gestazione




Parto prematuro: quando si è fuori pericolo


L’ epoca di gestazione in cui si verifica il parto pretermine ha un grosso peso sui rischi legati alla sopravvivenza e alla salute del neonato prematuro.


Un neonato prematuro venuto al mondo tra la 25esima e la 29esima settimana di gravidanza ha sicuramente meno opportunità di sopravvivenza e una maggiore probabilità di riportare patologie legate proprio alla maturità.


Un bambino prematuro tra la 30esima e la 33esima settimana di gravidanza ha certamente una maggiore possibilità di sopravvivenza anche in considerazione dei grandi progressi fatti dalla medicina neonatale.

La nascita di un bambino pretermine a queste settimane richiederà un ricovero in terapia intensiva neonatale dove potrà completare la crescita in una termo culla incubatrice.


La nascita di un neonato tra la 34esima settimana e la 37esima settimana ha sicuramente meno probabilità di complicanze fetali.


Il neonato non è totalmente fuori pericolo, ma sicuramente ha una capacità maggiore di adattamento alla vita extrauterina.


Da tenere in considerazione anche la nascita pretermine in gravidanza gemellare che di per sé ha una maggiore probabilità di parto prematuro. Nella maggior parte dei casi i gemelli prematuri richiedono un periodo di degenza in TIN


Per i casi di nascita al di sotto della 23esima settimana di gravidanza si parla di aborto e non di nascita di un feto prematuro.




Fattori che aumentano la probabilità di parto prematuro


  • Fumo

  • Utilizzo di droghe

  • Stress

  • Obesità

  • Pregresso parto prematuro

  • Procreazione medicalmente assistita: Fivet, ICSI, ovodonazione

  • Infezioni

  • Breve intervallo tra le gravidanze.


Cause del parto prematuro

Come detto si definisce parto anticipato qualunque parto avvenuto prima delle 36 settimane e 6 giorni, in sostanza quando si partorisce all’ inizio del nono mese, all’ ottavo mese, al settimo mese o peggio al sesto mese si tratta di parto precoce


L’epoca gestazionale in cui avviene il parto gioca un ruolo fondamentale sul benessere del neonato.


Le cause di travaglio pretermine sono molteplici e alcune possono essere concomitanti.

Generalmente le cause di parto prematuro sono riscontrabili in tre macro-categorie:


  • Cause materne;

  • Cause fetali;

  • Cause placentari.


Parto prematuro per cause materne


Le patologie che rappresentano un rischio di parto prematuro sono rappresentate sia da fattori che riguardano puramente l’apparato riproduttore femminile sia da patologie sistemiche della mamma che hanno una ripercussione negativa sull' andamento della gravidanza.


Tra le cause materne vi sono

  • Malformazioni uterine;

  • Incontinenza cervicale;

  • Infezioni cervico-vaginali;

  • Ipertensione;

  • Pre eclampsia ed eclampsia;

  • Grave sottopeso;

  • Stress;

  • Età (meno di 20 anni e più di 38anni);

  • Infortunio o traumi fisici;


Cause fetali di parto pretermine


Il parto pretermine può avere origine da cause che riguardano il feto, o i feti, e il suo benessere come:


  • Gravidanze gemellari monocoriali e monoamniotiche in cui i feti stanno in un unico sacco amniotico e sono nutriti da un’unica placenta. In questi casi il parto deve avvenire non più tardi della 35 settimana.

  • Gravidanza gemellari bicoriali e biamniotiche in cui i feti sono in due sacche amniotiche differenti e sono nutriti ciascuno da una placenta. In questi casi le linee guida raccomandano l’espletamento del parto non oltre la 37 settimana di gravidanza.

  • Arresto di crescita fetale in cui il feto non cresce più e manifesta segni di sofferenza.

Cause placentari di parto prematuro


Le cause placentari di parto prematuro riguardano patologie e alterazioni funzionali della placenta come:

Va comunque detto che esistono altre cause di parto pretermine in cui gravi condizioni materne o fetali suggeriscono che sia opportuno espletare il parto in tempi brevi.


Nel caso in cui si sospetti un rischio di parto pretermine è opportuno recarsi in una struttura idonea dotata di terapia intensiva neonatale al fine di garantire un adeguato supporto al neonato.




Segni e sintomi del parto prematuro


È importante conoscere i sintomi associati al parto pretermine in modo da recarsi subito in ospedale.


L’ obiettivo è quello di contrastare il travaglio prematuro per non farlo arrivare ad un punto tale da non rispondere ad alcun trattamento.


I controlli periodici durante la gravidanza servono a verificare che la cervice uterina non subisca modificazioni.


Segnali di minaccia di parto prematuro

  • Contrazioni uterine che si presentano con una frequenza uguale o minore a 10 minuti con o senza dolore.

  • Crampi moderati simili dolore mestruale percepito nell’ addome inferiore.

  • Sensazione costante o intermittente di peso verso il basso.

  • Mal di schiena: dolore cupo, costante o intermittente anche di bassa intensità alla schiena

  • Perdita del tappo mucoso e perdite vaginali abbondanti e rosate

  • Crampi addominali con o senza diarrea.

Nel caso siano presenti questi sintomi è opportuno recarsi al più vicino ospedale in modo da intervenire in tempi brevi.


Il rischio di parto prematuro può richiedere:

  • Ospedalizzazione.

  • Riposo assoluto.

  • Idratazioni con infusioni endovenose.

  • Esami ematochimici.

  • Coltura vaginali e urinocoltura al fine di rilevare eventuali infezioni che abbiano potuto innescare l’attività contrattile.

  • Terapia farmacologica che consiste nella somministrazione di farmaci per tentare di sopprimere le contrazioni uterine.

  • Cerchiaggio cervicale

Se la minaccia risulta rientrata e non ci sono pericoli per la madre e per il feto la dimissione e il ritorno a casa prevede la messa in atto di misure che riducano al minimo il rischio che la minaccia di parto prematuro si ripeta.




Evitare il parto pretermine: prevenzione del parto prematuro


Vi sono dei comportamenti che aiutano a diminuire il rischio di parto prematuro rappresentati da:

  • Riposare a lungo almeno due tre volte al giorno sdraiate sul fianco sinistro;

  • Assumere 2-3 litri di acqua al giorno;

  • Evitare bibite con caffeina e le bibite gassate;

  • Svuotare la vescica almeno ogni 2 ore durante la veglia;

  • Evitare di sollevare oggetti pesanti e se in casa ci sono bambini piccoli evitare di prenderli in braccio;

  • Evitare la stimolazione dei capezzoli e del seno;

  • Ridurre o eliminare l’attività sessuale.

Dopo una minaccia di parto pretermine cambia lo stile di vita della gravidanza.


Per non annoiarsi troppo svolgi delle attività piacevoli anche a riposo come leggere, eseguire dei piccoli lavoretti manuali, cercare di focalizzarsi su un giorno o una settimana alla volta piuttosto che su periodi di tempo più lunghi.


Se è necessario rimanere a riposo assoluto attrezza una stanza come il soggiorno dove non si rimanga isolate per troppo tempo.




Terapia per la minaccia di parto prematuro


La terapia per contrastare il rischio di parto prematuro dipende essenzialmente dalla causa.


Le terapie per contrastare la minaccia di parto prematuro sono:


  • Cervicometria;

  • Farmaci tocolitici;

  • Progesterone;

  • Cerchiaggio;

  • Pressario;

  • Solfato di magnesio;

  • Antibiotici.

Cervicometria

La cervicometria è la misurazione ecografica della lunghezza del canale cervicale. Un raccorciamento della cervice è un segno che il collo dell’utero si sta modificando con il rischio che si inneschi il travaglio di parto.


La lunghezza del canale cervicale rappresenta un buon predittore di rischio di parto prematuro ma non deve essere preso come indicatore isolato.


Le linee guida raccomandano di sottoporsi alla cervicometria nel corso del 2 trimestre di gravidanza tra la 18esima e la 24esima settimana di gravidanza.


In questi casi la misurazione del collo dell’utero rappresenta uno screening per identificare precocemente i casi di cervice raccorciata.



Farmaci tocolitici


Se viene fatta una diagnosi di minaccia di parto pretermine causata da un eccesso di contrattilità uterina che determina il raccorciamento e una precoce maturazione del collo dell’utero si somministrano i farmaci per provare a bloccare le contrazioni uterine.


La decisione di quale farmaco utilizzare dipende dall' epoca gestazionale del feto, dalla presenza di patologie materne e dagli effetti collaterali.


I farmaci tocolitici utilizzati per provare a contrastare il rischio di parto prematuro sono:

  • Indometacina: inibitori della sintesi di prostaglandine

  • Nifedipina: calcio antagonisti

  • Ritodrina, Terbutalina: Beta-simpaticomimetici

  • Atosiban: antagonisti dell’ossitocina

  • Solfato di magnesio

L' indometacina inibisce la sintesi delle prostaglandine responsabili delle contrazioni del miometrio, ossia la parte muscolare dell’utero.


Gli inibitori della sintesi delle prostaglandine sono tra i farmaci con il maggior successo per contrastare il travaglio prematuro ma con potenziali effetti collaterali, pertanto, se ne sconsiglia l’uso dopo la trentaduesima settimana.


La Nifedipina è un vasodilatatore che inibisce il passaggio di calcio all' interno delle membrane inibendone la contrazione.

I calcio antagonisti sono controindicati in caso di patologia cardiaca e ipotensione della mamma.


L’ Atosiban, conosciuto con il nome di Tractocile, è il farmaco maggiormente utilizzato nella minaccia di parto prematuro in quanto presenta minori rischi sia per mamma che per feto.


Secondo le ultime linee guida Sigo i farmaci tocolitici possono essere somministrati entro la 34.6 settimane di gravidanza.


Progesterone


Il progesterone inibisce le prostaglandine che sono responsabili della maturazione cervicale e delle modificazioni della cervice uterina.


Generalmente il progesterone viene utilizzato nelle donne che hanno avuto una storia di parto prematuro pregressa dovuta ad anticipata modificazione del collo dell'utero.


Il progesterone può essere somministrato per via intramuscolare, orale o vaginale.


Cerchiaggio cervicale


Il cerchiaggio cervicale è un intervento chirurgico che serve a correggere e prevenire l’insufficienza cervicale.


L' incontinenza cervicale causa un’apertura precoce del collo dell’utero che mette in serio pericolo la prosecuzione della gravidanza.


Con il cerchiaggio il collo dell’utero viene tenuto stretto attraverso un apposito nastro che verrà rimosso a termine di gravidanza.


L' epoca gestazionale consigliata per il cerchiaggio cervicale è tra la 16esima e la 24 settimana.


Pressario


Il pressario è un dispositivo invasivo vaginale che può essere utilizzato nelle donne con cervice raccorciata tra la 18 e la 22 settimana di gravidanza.


Il dispositivo agirebbe modificando l’angolo tra cervice e utero, diminuendo in questo modo sia la pressione sulla cervice, che il contatto tra le membrane e i batteri vaginali.


Esistono diversi tipi di pessario: la maggior parte degli studi più recenti ha utilizzato il pessario di Arabin1.


L’uso del pessario come profilassi del parto pretermine può essere promettente, ma le evidenze sono in progress.


Solfato di magnesio


Il solfato di magnesio è un farmaco utilizzato sia nel trattamento della pre-eclampsia sia come tocolitico.


Il farmaco da buoni risultati ma può essere utilizzato solo per brevi periodi in quanto un trattamento a lungo termine potrebbe causare una demineralizzazione delle ossa fetali.


Da recenti studi è stato dimostrato che l’uso del solfato di magnesio prima della 32 settimana di gravidanza ha un effetto di neuro protezione fetale in quanto riduce il rischio di paralisi cerebrale qualora il neonato dovesse nascere prematuramente.


Quale sia il trattamento ottimale è ancora da chiarire


Antibiotici


La terapia antibiotica viene somministrata nei casi di rottura pretermine delle membrane in cui l'obiettivo è quello di mantenere quanto più possibile la gravidanza.

L' impiego di antibiotici riduce il rischio di infezioni sia per la donna che per il feto e riduce la morbilità fetale correlata con la prematurità.


Le linee guida raccomandano un dosaggio elevato di antibiotici e se necessario anche l’associazione di più antibiotici come l’ampicillina e i macrolidi.


Maturazione polmonare del feto con corticosteroidi


Nei casi in cui vi sia una minaccia di parto prematuro viene stimolata la maturazione polmonare del feto attraverso la somministrazione alla madre di cortisone.


La profilassi si esegue somministrando per via intramuscolare:


  • due dosi da 12 milligrammi di betametasone a distanza di un giorno l’una dall’altra o, in alternativa,

  • 4 dosi di desametasone da 6 milligrammi sempre per via intramuscolare, ma a distanza 12 ore l’una dall’altra.


La profilassi corticosteroidea antenatale è efficace nel ridurre la mortalità e la morbilità perinatale nelle donne a rischio di parto pre‑ termine tra 24 e 34 settimane gestazionali, da 24 ore a 7 giorni dopo la somministrazione.



neonato prematuro
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A quante settimane vi sono più probabilità che il feto sopravviva


L’ incidenza dei parti pretermine si aggira intorno al 12% e il rischio per il neonato è rappresentato dal grado di immaturità conseguente all’ epoca di gestazione che se troppo precoce può portare alla morte del feto.


A causa dell’immaturità il neonato prematuro non è adeguatamente attrezzato a vivere una vita fuori dall’ utero, pertanto, necessita di un trasferimento in unità di terapie intensiva neonatale dove viene ricreato in delle termoculle l’ambiente uterino.


Con il contributo delle moderne tecnologie i bambini nati anche a 10-12 settimane prima del termine sopravvivono.


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Per approfondire





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